Anni ’50

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    Scarpiere vintage e shabby: tutti i consigli per ordinare le scarpe con stile

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    Chi ama lo stile vintage, come noi, avrà senza dubbio un armadio ricco di capi d’epoca o dall’irresistibile effetto retrò. Quando si parla di look, poi, è impossibile non citare le scarpe: per molti si tratta addirittura della prima cosa a cui pensare nel momento in cui si deve studiare il proprio outfit. Per questo molti appassionati ne possiedono veramente a decine, tanto da non sapere più dove metterle!

    Per questo la scarpiera è un accessorio fondamentale, che non può mancare nelle nostre case. Che sia ad ante, angolare o sotto forma di panca con seduta, poco cambia: l’importante è che possa contenere quante più scarpe possibile… e che faccia la sua bella figura nel contesto del nostro arredo. Ed è proprio di questo che parleremo nelle righe a venire, cercando di aiutarvi a scegliere la miglior scarpiera vintage in commercio.

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    Scarpiera shabby colore bianco

     

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    Lo stile shabby chic è ormai da anni sulla bocca di tutti, anche se in pochi sembrano sapere cosa sia davvero. Il concetto è in realtà molto semplice: questo stile prevede un design d’interni basato su dei mobili e degli accessori dall’aspetto invecchiato; poco conta se questo effetto è autentico o se è stato ottenuto artificialmente… e questo mobile shabby chic rispecchia perfettamente i dettami dello stile in questione.

    Questa scarpiera, infatti, non è solo funzionale per contenere le nostre scarpe vintage ma ha anche un ottimo impatto estetico, grazie alle sue eleganti rifiniture. Inoltre i materiali di costruzione sono decisamente resistenti (si tratta di pannelli in MDF rivestiti con una vernice che non risente dell’umidità), risultando in un rapporto fra qualità e prezzo davvero di prim’ordine: un ottimo prodotto sotto ogni punto di vista.

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    Panca scarpiera ingresso

     

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    Se cercate una soluzione comoda per non dovervi più appoggiare al muro per mettervi le scarpe prima di uscire da casa, allora questa piccola scarpiera è esattamente quello che fa per voi! Realizzata completamente in legno truciolato, la sua struttura è in grado di reggere fino a 150 kg e sulla sua sommità è presente un comodo e morbido cuscino alto ben quattro centimetri. Davvero un oggetto di straordinaria praticità e comodità!

    Nei suoi scomparti orizzontali è possibile disporre sei paia di scarpe, e se avete anche degli stivali non c’è problema: è presente uno spazio verticale che potrete dedicare proprio a loro. La semplicità dell’assemblaggio è solo la ciliegina sulla torta: non appena avrete aperto la confezione, grazie alle semplici istruzioni sarete in grado di comporre facilmente il mobile… e vi saranno sufficienti pochi minuti per ottenere la vostra graziosa scarpiera con seduta.

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    Scarpiera in legno massello

     

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    Ci sono poche cose più vintage di una scarpiera in legno massello, proprio come quelle che usavano i nostri nonni! Questo articolo è davvero uno splendido omaggio a quel tipo di mobile, robusto, massiccio e semplicemente bello da vedere. Come da tradizione, anche questa scarpiera funge idealmente da panca per potersi sedere e per permettere di indossare le scarpe che si sono appena tirate fuori dall’apposito scomparto interno.

    Nonostante l’aspetto massiccio, le dimensioni della scarpiera sono in realtà piuttosto compatte: la lunghezza non supera gli 85 centimetri, mentre altezza e profondità si attestano sui 40 centimetri. Perfetta dunque per essere posizionata in prossimità della porta d’ingresso. La vernice lucida e l’aspetto laccato del mobile contribuiscono inoltre a mettere in risalto un gradevole effetto anticato, in piena linea con lo stile shabby.

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    Appendiabiti con scarpiera

     

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    Se una piccola scarpiera all’ingresso di casa non vi basta, probabilmente questa soluzione ideata dalla Vasagle è la soluzione che fa per voi: oltre allo scomparto per le vostre calzature, infatti, questo elegante mobile dispone anche di un appendiabiti perfetto per sostenere il vostro cappotto dopo una dura giornata di lavoro! Nella parte superiore sono presenti ben nove ganci, così da potervi appendere i soprabiti di tutta la famiglia.

    Nella parte inferiore, invece, troviamo due ampi scomparti orizzontali per depositare le scarpe. Grazie ai piedini regolabili, questo mobile può essere posizionato anche su dei pavimenti leggermente irregolari; è inoltre presente un dispositivo anti-ribaltamento che impedirà alla struttura di rovinare a terra. Il suo gradevole aspetto vintage lo rende perfetto per una casa arredata in stile retrò: provare per credere!

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    Scarpiera salvaspazio

     

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    Non avete spazio a sufficienza per una scarpiera con seduta? Nessun problema: esistono delle apposite scarpiere salvaspazio dalle dimensioni contenute che sembrano fatte apposta per venire incontro a questo genere di problemi. Questo modello della Movian, ad esempio, ha una profondità di soli 25 centimetri e grazie alle sue tre ampie ante ribaltabili – la larghezza è di 75 centimetri – occupa davvero poco spazio.

    La sua finitura in melammina nera, opaca e minimalista, non riesce a togliergli un certo fascino vintage: questo grazie alla decorazione sulla facciata frontale, che simula il legno rovinato tipico dei bancali e dei magazzini, questa scarpiera – oltre a contenere almeno una ventina di paia di scarpe in uno spazio ristretto – si adatta perfettamente a qualsiasi tipo di arredo.

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    Elettrodomestici per la cucina in stile vintage: consigli e guida all’acquisto

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    Quando siamo a casa, passiamo gran parte del tempo nel nostro soggiorno e nelle camere da letto. Alcuni dei momenti più spensierati e divertenti, però, li viviamo in cucina, quando ci prepariamo da mangiare qualcosa e ci godiamo un buon pasto dopo una dura giornata di lavoro! Il legame tra la cucina e le persone, in certi casi, è molto stretto e a molte persone piace che la stanza in questione trasmetta sensazioni intime e calorose.

    Un’ottima soluzione per raggiungere questo obiettivo è arredarla in modo tale che essa evochi – tramite mobilia e accessori – dei ricordi familiari, legati magari ad un passato al quale siamo particolarmente legati. Sì, perchè anche se in tanti preferiscono cucine contemporanee ed avveniristiche, molte persone sono invece più propense a un arredo vintage e d’altri tempi. Nell’ultimo periodo arredare casa in stile anni 50 sembra essere tornato di moda. Come fare per ottenerlo? Andiamo a scoprirlo assieme!

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    Le caratteristiche dell’arredo vintage e retrò per la cucina

    L’arredamento che noi di ShopVintage amiamo si può chiamare in diversi modi: vintage, per l’appunto, ma anche retrò, shabby, rustico o più semplicemente d’antiquariato. I più sofisticati amano definirlo “modernariato” (con questo termine, in genere, si indicano gli oggetti costruiti dall’immediato dopoguerra fino alla fine degli anni ‘60). In qualunque modo lo si voglia definire, comunque, questo stile è in grado di risultare tanto appagante dal punto di vista estetico quanto incredibilmente funzionale da quello meramente pratico.

    Per quanto riguarda i mobili, dunque, la cucina vintage per eccellenza non potrà che essere di legno come quella dei nostri nonni: solo questo materiale è in grado di trasmettere quell’inconfondibile sensazione di pace e calore. Su almeno una delle pareti, poi, dovrà poggiare una vecchia credenza: nei mercati dell’usato se ne trovano ancora molte originali dell’epoca, e in certi casi basta dargli una verniciata – magari con un bel color pastello – per riportarle all’antico splendore: alcune sono davvero fantastiche.

    Anche gli elettrodomestici, ovviamente, fanno la loro parte: che siano pratici e spartani come negli anni ‘40, lucidi e colorati come negli anni ‘50 oppure bombati e plasticosi come nei ‘60, il frigo, il forno e l’immancabile macchina del caffè restano i punti fermi di ogni cucina vintage che si rispetti. Ma quali elettrodomestici vanno acquistati nel caso si voglia allestire una cucina dal vero respiro d’altri tempi? Non esiste una risposta perfetta a questa domanda: noi, tuttavia, proviamo a darvi qualche consiglio nelle righe a venire…

    Guida ai migliori elettrodomestici vintage per la cucina

    Abbiamo scelto per voi alcune macchine per caffè dal deciso sapore retrò, un cappuccinatore (per rendere uniche le vostre colazioni!), un mini forno e due splendidi oggetti per realizzare in casa vostra lo zucchero filato e i pop-corn: oggetti perfetti non solo per soddisfare il gusto estetico ma anche per gustarsi un po’ di sano divertimento. Questi sono i nostri consigli, ai quali alleghiamo le nostre recensioni e le “prove su strada” di ogni articolo: buona lettura, ma soprattutto buon divertimento… sempre in salsa vintage, ovviamente!

    Macchina per caffè espresso vintage Ariete 1389

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    Il caffè accompagna generazioni di italiani da molto tempo ormai: l’invenzione dell’espresso risale alla fine del 1800 e da allora è una tradizione irrinunciabile per milioni di persone in tutto il mondo. Con questa macchina prodotta da Ariete, questa consuetudine può essere esercitata con l’aggiunta di un irresistibile fascino d’altri tempi: il design elegante si sposa alla perfezione con la tecnologia più moderna, dando vita a una caffettiera d’eccezione, perfetta anche come complemento d’arredo in una cucina dal respiro retrò.

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    Macchina per caffè americano vintage Ariete 1342

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    Se al tradizionale caffè espresso preferite il più moderno e “internazionale” caffè americano, questo è l’articolo che fa per voi! Lo so, in molti considerano questa bevanda solo una copia sbiadita della controparte nostrana… ma non lasciatevi ingannare: questa macchina dell’Ariete produce un caffè davvero gustoso, provare per credere. La presenza del timer e di un display LCD non rovinano affatto l’estetica vintage dell’oggetto, che una volta posizionato in un angolo della vostra cucina sarà in grado di farvi fare un figurone con gli ospiti.

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    Cappuccinatore vintage Ariete 2878

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    Grazie a questo montalatte elettrico – il cui nome tecnico è proprio “cappuccinatore” – potrete mescolare il latte e farlo schiumare proprio come al bar. Ma non solo: potrete preparare diverse bevande come frappè, creme di latte e caffè shakerati; e una volta completato l’uso, pulirlo sarà un gioco da ragazzi grazie agli interni antiaderenti. Ciò che caratterizza l’articolo, però, è il suo design: in quanto parte della Linea Vintage di Ariete, questo cappuccinatore ha uno splendido aspetto da elettrodomestico anni ‘60.

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    Ariete mini forno vintage Oven-979

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    Le forme tondeggianti, i colori pastello e la plastica lucida: tre delle caratteristiche più riconoscibili del design degli anni ‘60 prendono forma grazie a questo mini forno della Ariete, che grazie alla sua Linea Vintage ci permette di arredare la cucina con degli oggetti davvero splendidi. Il fornello elettrico 979, nonostante le sue dimensioni compatte, ha una capienza di ben 18 litri, un timer da 60 minuti e un regolatore di temperatura che raggiunge i 230°C. Questo lo rende adatto a tutte le occasioni… compresa la cottura di una buona pizza!

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    Macchina per lo zucchero filato Ariete 2971/1

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    In tutte le feste degli anni ‘50 che si rispettino – ma in realtà fin dagli inizi del 1900 – c’era una cosa che non poteva assolutamente mancare e che faceva impazzire tutti i bambini: parliamo dello zucchero filato! Una tradizione che dura tutt’oggi e che non manca di deliziare i palati di grandi e piccini ad ogni fiera che si rispetti. Con questa macchina possiamo finalmente prepararlo anche a casa nostra, con rapidità e semplicità, grazie a un po’ di granella di zucchero e ai coni di plastica inclusi: ci sembrerà di essere a una vecchia sagra paesana.

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    Macchina per Pop Corn vintage Aicook 1200W

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    Se nelle fiere paesane del dopoguerra i bambini impazzivano per le frittelle e lo zucchero filato, i più grandicelli invece preferivano rintanarsi in un bel drive-in (magari in dolce compagnia) e godersi un bel film con una porzione maxi di pop-corn. Ai giorni nostri non possiamo più vedere i film su un grande schermo dalla nostra auto, ma con un buon impianto e un comodo divano possiamo ugualmente goderci una buona serie tv facendo il pieno di pop-corn… e questa macchina della Aicook è davvero perfetta per lo scopo. Buon appetito!

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    Le migliori idee regalo per arredare la casa in stile vintage: quali scegliere?

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    Lo stile vintage non è una semplice moda, ma un vero e proprio stile di vita. Basta guardarsi attorno, dopotutto: nei locali pubblici, nei ristoranti e anche negli alberghi, la tendenza ad arredare gli ambienti con quell’inconfondibile velo di nostalgia è più viva che mai. Una passione comune a molti che sembra non volerne sapere di scemare, forse perchè ci fa tornare con la memoria a tempi migliori e decisamente più spensierati degli attuali.

    Perchè dunque non provare a portare il valore aggiunto di uno stile vintage anche nelle nostre case e in quelle dei nostri amici? Tutti noi, in fondo, conosciamo almeno una persona inguaribilmente nostalgica… e non c’è nulla di meglio di un bel regalo dall’aspetto retrò per portare il sorriso sulle sue labbra. In questo articolo parleremo proprio di questo e di quali possono essere le migliori idee regalo per un arredo vintage!

    Che cos’è un arredo vintage e cosa lo caratterizza

    Identificare il preciso momento in cui si è iniziato a parlare di “arredo vintage” non ci è purtroppo possibile; sappiamo tuttavia che il termine vintage deriva dalla parola francese vendenge e identifica il vino – o meglio le vendemmie – delle migliori annate. Nel corso degli anni, questa parola è diventata sinonimo di antichi ricordi ed epoche passate; ognuno preferisce vivere circondato da oggetti che ricordino una specifica era, ma le più gettonate rimangono gli anni ‘40, i ‘50 e i ‘60: un trentennio che ha visto stili e mode diversissime susseguirsi rapidamente.

    Chi vuole riportare una fetta degli anni ‘40 nel proprio ambiente domestico, ad esempio, dovrà stare molto attento: optare per uno stile che rispecchi alla perfezione un’era così travagliata è difficile, in quanto l’estetica veniva spesso messa da parte in favore della maggiore funzionalità. In fondo, per molti furono gli anni della Seconda Guerra Mondiale! Ben diverso il discorso, invece, per chi ama gli anni ‘50: quello fu il decennio della rinascita, del divertimento e del rock and roll, fatto di plastiche colorate e affascinanti jukebox pieni di dischi.

    Gli anni ‘60 hanno invece simboleggiato un ritorno all’essenziale, pur senza perdere in grinta e colore: i rossi e i gialli accesi hanno lasciato spazio a tinte più delicate e pastello, per rappresentare appieno la placida tranquillità derivante dal boom economico di quel periodo. Senza dimenticarsi ovviamente della diffusione degli elettrodomestici – che nel decennio in questione hanno iniziato a trasformarsi in oggetti di design – e dell’avvento della pop art, che ha contribuito a trasformare certi aspetti della cultura popolare in una forma d’arte.

    Cosa regalare a un appassionato di oggetti vintage?

    Dopo questa veloce panoramica sulle caratteristiche dei decenni più amati dagli appassionati di vintage, giungiamo alla domanda che tutti ci poniamo: cosa possiamo regalare loro? Non c’è una vera risposta, in quanto ognuno può rispondere in maniera diversa sulla base dei propri canoni estetici; tuttavia, nelle righe a seguire proveremo a consigliarvi qualche articolo perfetto da regalare per arredare casa in stile retrò.

    Termometro vintage Coca-Cola

     

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    Uno dei simboli della rinascita degli Stati Uniti nel dopoguerra fu senza dubbio la Coca-Cola; sebbene esistesse dalla fine del 1800, la celebre bibita gassata è diventata una enorme multinazionale proprio intorno alla metà del secolo successivo, trainata da una campagna pubblicitaria massiccia che puntava tutto sui colori del brand. Rosso, bianco e giallo erano dunque i protagonisti di infiniti tabelloni promozionali.
    Questo termometro dall’aspetto vintage richiama alla memoria proprio quegli anni, grazie alla sua grafica retrò che si rifà direttamente alle pagine pubblicitarie dell’epoca e al disegno della tipica bottiglia in vetro. Le dimensioni dell’oggetto sono di 6,5 x 28 centimetri e alle sue estremità (superiore ed inferiore) vi sono già i fori per affiggerlo alla parete: un oggetto tanto semplice quanto capace di dare quel tocco vintage in più alla vostra casa.

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    Appendiabiti vintage per corridoio

     

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    Non c’è modo migliore di accogliere una persona in casa propria e fargli appendere il proprio giubbotto su un appendiabiti dallo stile vintage e industrial design! Così facendo, chiunque sia il vostro ospite capirà immediatamente la vostra passione. Oltre ad essere molto utile, questo articolo è anche un ottimo modo per abbellire una parete all’ingresso, unendo l’indubbia efficacia ad un sempre gradevole riscontro estetico.
    L’oggetto possiede cinque ganci realizzati in metallo – e dunque molto robusti – ed è largo 40 cm circa. I supporti, come tutto l’appendiabiti, è realizzato in ferro color nero che conferisce all’appendiabiti un aspetto decisamente elegante. Inoltre, il suo aspetto pulito e raffinato – che ricorda gli appendiabiti di scuola – si adatta perfettamente a qualsiasi tipo di arredo: che sia in camera o in cucina, insomma, farà sempre la sua bella figura.

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    Apribottiglie da parete

     

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    Nei bar degli anni ‘40 c’era un accessorio che non poteva proprio mancare: parliamo dell’apribottiglie da parete, perfetto per stappare “al volo” le bottigliette di Coca-Cola che i clienti ordinavano. Un oggetto che potete avere ancora oggi, in casa vostra, spendendo una cifra irrisoria: questo apribottiglie è davvero identico a quelli dell’epoca e viene fornito completo della “vaschetta” nel bordo inferiore per raccogliere i tappi ed evitare che caschino a terra.

    Telefono rosso in stile retrò

     

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    I lettori più grandicelli si ricorderanno senza troppa fatica i telefoni – ormai considerabili davvero vintage – che avevano i nostri nonni nelle loro case, caratterizzati dal mitico “disco combinatore” che permetteva di comporre il numero… in un modo che oggi risulta davvero nostalgico! Questi telefoni in plastica sono ancora disponibili, e anche se gli smartphone li hanno resi superflui, si possono anche utilizzare semplicemente come oggetti d’arredo.
     

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    Zerbino ingresso casa

     

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    Una delle arti che più ha lasciato il segno negli anni ‘50 è senza alcun dubbio il cinema: grazie ai film di genere, soprattutto alla fantascienza – con i suoi indimenticabili dischi volanti – e ai grandi kolossal storici il grande schermo è stato compagno di vita per milioni di giovani in cerca di sogni e divertimento. Se poi si aggiunge la grande diffusione dei drive-in che si ebbe all’epoca negli Stati Uniti, il quadro è completo.
    Come sublimare dunque questa passione e renderla protagonista anche in casa nostra? L’articolo che vi consigliamo è davvero perfetto in questo senso: uno zerbino di color rosso! Un oggetto classico e molto pratico, che  darà un pò di colore alla vostra cucina. Le sue dimensioni sono di 40 x 70 cm: l’ideale per un uscio di casa in stile retrò.

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    Targhe vintage e retrò in metallo: quali scegliere per arredare casa?

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    Provate a immaginare di tornare per un attimo indietro nel tempo e di trovarvi a passeggio nel centro di un piccolo paese della provincia americana. Siamo sul finire degli anni ‘40, la guerra è da poco finita e le botteghe delle piccole attività sono nel massimo del loro splendore: il barbiere, il fioraio, il bar nel quale tutti si conoscono e si ritrovano per bere un goccio dopo lavoro. Cosa li accomuna tutti quanti?

    Beh, la risposta è semplice: fuori da ognuna di questa attività, sopra l’ingresso oppure al suo fianco, campeggia una bella insegna di metallo dal design unico e caratteristico. Queste particolari targhe erano ai tempi una vera e propria firma, una peculiarità che ha contraddistinto locali e negozi pubblici per molto tempo, prima che la plastica le sostituisse. Oggi queste targhe sono degli splendidi oggetti decorativi. Scopriamone la storia!

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    Com’è nata la moda delle targhe in metallo

    Come accade per tutte le culture e le mode del passato, anche le targhe in metallo che decoravano le pareti dei negozi degli anni ‘40 e ‘50 hanno una storia ben precisa. Per raccontarla dobbiamo partire dal XVII secolo, quando – sia in Europa che negli Stati Uniti – la gran parte delle persone che frequentavano determinati ambienti (in poche parole la quasi totalità della classe operaia) erano purtroppo analfabeti. Per questo i negozianti dovettero trovare vie alternative per sponsorizzare le proprie attività

    Fu così che al posto delle insegne odierne, nelle quali compare solo il nome del locale o del negozio, iniziarono a comparire quelli che si possono considerare dei veri e propri “simboli”: i barbieri, ad esempio, si potevano facilmente identificare dal tipico cilindro a strisce rosse, bianche e blu. Fuori dai negozi di tabacco, invece, campeggiava la grossa statua di un capo Indiano. Intorno al XIX secolo, a questa tradizione iniziarono a sostituirsi con le targhe in metallo, nelle quali oltre alle scritte apparivano splendidi disegni.

    Per far fronte alla scarsa alfabetizzazione si sviluppava il fenomeno del branding così come lo conosciamo oggi: loghi sempre più complessi dal punto di vista pittorico accompagnavano le immagini, che – dipinte direttamente sul metallo delle insegne – rappresentavano idealmente l’attività svolta da un bar o da un negozio. Durante la Seconda Guerra Mondiale molte di queste insegne vennero distrutte o furono perse; motivo per cui nel dopoguerra le targhe originali erano considerate un piccolo tesoro da esporre.

    Le targhe in metallo più famose del passato

    Nei primi anni del ‘900 le insegne in metallo più popolari in assoluto – e che tutt’oggi sono considerate tra i simboli di questa bizzarra e dimenticata forma d’arte – sono state senza dubbio quelle delle gas station (le pompe di benzina americane) e dei bar, soprattutto quelle relative alle varie marche di birra e alla Coca-Cola. Icone di un recente passato che sono ora oggetto del desiderio di migliaia di collezionisti da tutti gli Stati Uniti e non solo, tanto che alcune targhe dell’epoca valgono una fortuna.

    Basti pensare, ad esempio, alle targhe prodotte dalla Tuscarora Advertising Company, un’agenzia pubblicitaria di base a Coshocton. Proprio nell’Ohio, infatti, fra i Monti Appalachi ed il Lago Erie, venivano prodotte centinaia di cartelli metallici che finivano poi in tutto il territorio statunitense. Delle targhe che in alcuni casi erano davvero dei piccoli capolavori di pittura e artigianato, e che di tanto in tanto spuntano nei mercatini locali, magari restaurate e rimesse a nuovo… pronte per essere appese nel soggiorno di qualche fortunato.

    Quali targhe vintage possiamo acquistare oggi

    Ma se un appassionato non particolarmente facoltoso volesse decorare oggi le pareti del proprio salotto o della propria attività con delle targhe in metallo che riportino alla memoria quegli splendidi anni, cosa dovrebbe fare? La risposta è più che mai semplice: nei grandi siti di e-commerce si trovano numerose valide alternative che ci permetteranno di dare quell’inconfondibile tocco vintage al nostro arredo. Ne abbiamo scelte alcune e le potete trovare elencate di seguito: buona lettura!

    Targa vintage “Gin Tonic”

     

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    Se avete sempre amato l’atmosfera dei bar degli anni ‘40 che si vedono nei vecchi film, questo è il tocco di classe che non può mancare nella vostra cucina: una targa dall’aspetto genuinamente retrò che richiama le pubblicità del gin di quei tempi… un messaggio tanto semplice quanto simpatico e divertente. La targa misura 30 cm di larghezza ed è alta 40 cm, è realizzata in metallo ed è già munita dei fori per poterla affiggere facilmente.

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    Targa vintage “Coca Cola”

     

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    Esattamente come abbiamo detto per il gin, con la Coca-Cola al posto del celebre distillato. La bibita gassata per eccellenza è stata – ma in realtà lo è tutt’ora! – un vero fenomeno di massa negli anni ‘40 e ‘50, grazie soprattutto alla massiccia campagna pubblicitaria e ai suoi colori caratteristici (il rosso e il giallo in primis). Questa targa, sempre di 30×40 cm, riproduce proprio uno dei vecchi commercial che hanno reso questa bevanda un vero cult.

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    Targa vintage “Route 66”

     

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    Chi non ha mai subito il fascino della Route 66? Questa celeberrima highway è stata una delle prime strade federali degli Stati Uniti e collegava, originariamente, la metropoli di Chicago allo stato della California. Qui l’economia statunitense ha prosperato per anni, e oggi tutti gli appassionati di automobili americane possono ricordarla grazie a questa targa: una valida alternativa, affascinante e metallica, al canonico poster su carta.

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    Targa vintage “Pin-Up”

     

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    Come abbiamo avuto modo di raccontarvi in precedenza, alcune delle targhe in metallo più celebri degli anni ‘40 e ‘50 erano proprio quelle delle stazioni di servizio. Uno dei soggetti più rappresentati in queste insegne non potevano che essere le mitiche pin-up: ragazze provocanti e tutte curve, spesso in costume da bagno e magari in sella a qualche bel veicolo. E questa targa metallica di 20×30 cm si rifà proprio a questo classico stilema dell’epoca.

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    Targa automobilistica “Bald Eagle”

     

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    Usciamo un po’ dal seminato per segnalare anche questa targa automobilistica… sì, perchè un’altra grande tradizione decisamente vintage e tutta statunitense è proprio quella di collezionare le targhe delle autovetture, magari contrassegnate da qualche numero in particolare o rappresentanti l’effige di uno dei 50 Stati. Questa targa dallo stile retrò, ad esempio, è dedicata proprio alla già citata Route 66. 

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    Cuscini e fodere vintage per un divano in pieno stile anni ’50

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    Cosa significa “stile retrò” o ancor meglio “vintage”? Difficile dare una definizione precisa a questi termini, ma diciamo che fanno parte di questa categoria tutte quelle opere e quegli oggetti di uso quotidiano che traggono ispirazione estetica da una precisa epoca passata. Noi, ad esempio, amiamo gli oggetti che grazie al loro design ricordano gli anni ‘50.

    Un decennio particolare e di rottura, che ha visto il mondo riprendersi dopo una delle guerre più feroci della storia dell’uomo… ma che proprio per questo è stata in grado di regalarci uno degli apparati iconografici più caratteristici di sempre: in questo articolo parleremo proprio del design di questi anni e di come possiamo richiamarlo alla memoria con degli splendidi cuscini!

    Come nasce il tipico design degli anni ‘50

    Lo stile che si impose nella cultura e nell’arte popolare degli anni ‘50 non poteva che derivare direttamente dal delicato contesto storico. Se la guerra era ormai solo un ricordo, infatti, la tensione era comunque ancora palpabile: ora i nemici non erano più i nazisti, bensì i regimi comunisti ad est del continente Europeo. Questa presunta minaccia, ritenuta tale soprattutto dagli Stati Uniti, doveva in qualche modo essere esorcizzata: nasceva così un immaginario particolarissimo e tutt’oggi riconoscibile a prima vista.

    Gran parte di questo stile lo dobbiamo ai graphic designer di quegli anni, soprattutto in ambito pubblicitario e cinematografico: nomi come David Klein e Reynold Brown hanno contribuito in maniera massiccia a rendere questa estetica popolare in tutto il mondo occidentale, grazie anche alla cassa di risonanza della stampa e – soprattutto – della televisione, che all’epoca era un vero e proprio bene di lusso. Anche gli oggetti d’arredo iniziarono così ad assumere caratteristiche ben definite e codificate…

    L’arredo in stile anni ‘50 e il suo rapporto con la cultura pop

    Ciò che rese gli anni ‘50 un decennio memorabile fu l’influenza dei media e le innovazioni dal punto di vista del lifestyle e dell’elettronica di consumo. Una sorta di periodo di “modernizzazione” che si è riflesso nella cultura popolare, dando vita a un florido mercato cinematografico, a fenomeni come la musica rock and roll e a una generale sensazione di benessere e prosperità: aspetti che hanno avuto modo di proiettarsi anche nell’arredo e negli spazi living, i quali hanno iniziato a riempirsi di oggetti oggi considerati iconici.

    L’immaginario più comune era quello dei fumetti, che all’epoca erano un divertimento riservato ai più piccoli: tuttavia, coloro che oggi consideriamo baby boomer e che sono cresciuti con quegli stessi colori non possono resistere alla nostalgia di quell’epoca. I colori accesi e l’atmosfera da fumetto o da storia di fantascienza sono dunque fra i rimandi più riconoscibili di questi anni, un mood che si rispecchia anche nell’arredo: se vogliamo che i nostri cuscini e divani abbiano un aspetto anni ‘50, dunque, questa è la strada da seguire!

    Cuscini e fodere in stile vintage e retro: quali acquistare

    Dopo questa doverosa premessa sul contesto storico degli anni ‘50 e sulle principali caratteristiche estetiche che li hanno caratterizzati (e che continuano a renderli riconoscibili anche dopo oltre mezzo secolo)… è giunto il momento di scoprire quali sono, a nostro avviso, i cuscini dalle fodere e dalle stampe che meglio di altri riescono a restituire al meglio l’idea di quell’indimenticabile decennio.

    Fodera per cuscino Jotom “Boom Pop”

     

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    Queste fodere rappresentano alla perfezione li spirito di quanto detto finora: il loro stile ricorda infatti esattamente l’aspetto dei fumetti anni ‘50, grazie ai colori vivaci e ai pattern che simulano un grosso retino di stampa (proprio come nei comic book americani dell’epoca). Insomma, la medesima estetica che negli anni ‘60 rese celebre l’arte popolare e i quadri di Roy Lichtenstein; se vi piace l’arte – soprattutto quella sequenziale – e la cultura popolare, dunque, non potrete esimervi dall’avere dei cuscini simili sul vostro divano!

    Nel set si trovano quattro diversi esemplari di fodera per cuscini di forma quadrata e con una lunghezza di 45 centimetri per lato, realizzati con quegli stessi materiali di qualità (in questo caso cotone e lino) che da anni contribuiscono alla fama di un marchio come Jotom. La cerniera è ben nascosta su un lato e potrete lavare il tutto in lavatrice senza problemi. Se volete che i cuscini abbiano un bell’aspetto pieno e tondeggiante, vi consigliamo di usare queste fodere su dei modelli da 50 centimetri di larghezza.

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    Fodere per cuscino Gspirit “Amore Vintage”

     

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    Il nome di Gspirit è ben noto a chiunque ami decorare il proprio letto o i propri divani con biancheria per la casa dalla fantasia sempre diversa. In questo caso, il tema adottato è proprio quello del vintage da noi tanto amato: queste fodere ricordano le vecchie targhe che venivano affisse sulle pareti dei locali, nei diner americani tipici degli anni ‘50. Le stampe presentano quei tipici – e nostalgici – colori pastello che tanto andavano di moda all’epoca e sono caratterizzate da un effetto “finto ruggine” che dà loro un tono particolarmente retrò.

    I termini riportati sulle fodere riportano alla memoria proprio quei sentimenti e quelle sensazioni di amore e speranza tipiche del dopoguerra: love, home, family e quant’altro saranno le parole che accoglieranno chiunque vogliate ospitare nel vostro soggiorno! Le dimensioni, anche in questo caso, sono di 45 centimetri per lato e – fate bene attenzione – la stampa è presente solo sul lato anteriore. Il pacchetto comprende quattro fodere, realizzate con la solita cura di Gspirit in lino e cotone. 

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    Guida agli orologi da muro vintage e anni ’50: quale scegliere e perchè?

    1024 693 shopvintage

    Il tempo è un concetto astratto indissolubilmente legato all’idea di vintage: la fascinazione per il passato, e dunque per un periodo lontano nel tempo, è una componente emotiva fondamentale che ci spinge alla ricerca di qualcosa che ricordiamo senza magari neanche averla vissuta. E quale simbolo più forte di un orologio per rappresentare questa sensazione?

    Anche per queste ragioni un bell’orologio è da sempre simbolo di eleganza; e se l’orologio che dà quel tocco in più al nostro soggiorno è caratterizzato da uno stile vintage, l’effetto sarà ancora più accentuato: è impossibile restare immuni al fascino di questi oggetti! Vediamo dunque come scegliere l’orologio vintage perfetto…

    Le caratteristiche di un orologio vintage anni ‘50

    Lo stile degli anni ‘50 è una di quelle costanti nel campo del design che non smette di affascinare: le sue linee curve, quelle particolari forme bombate e i colori pastello sono delle caratteristiche immediatamente distinguibili e che riportano immediatamente alla mente quell’incredibile decennio. Non a caso gli oggetti originali dell’epoca – gli orologi da muro, ma più in generale ogni sorta di complemento d’arredo – raggiungono spesso quotazioni folli alle aste, ad ennesima riprova di quanto questo stile sia tutt’oggi ambito e ricercato.

    Fortunatamente ai giorni nostri ci sono diverse aziende che propongono degli oggetti con le medesime caratteristiche e che possiamo acquistare senza spendere un occhio: l’importante è tener conto dei tratti fondamentali del design anni ‘50! Così come nell’arredo, infatti, anche gli orologi di allora si distinguevano per il radicale cambio dei materiali di costruzione: la scienza dei materiali divenne il fulcro dell’industria e gli elementi “materici” come il legno lasciarono spazio alle plastiche e al polipropilene.

    L’ottimismo e la voglia di rivalsa del dopoguerra, uniti a queste innovazioni industriali, si tradussero così in un’esplosione di colori pastello dall’incredibile vitalità; anche le linee degli oggetti si fecero più morbide e arrotondate, caratterizzandoli da quel tipico aspetto curvilineo che ancora oggi riesce a comunicare una sensazione di benessere. Forme sinuose e colori vivaci ma delicati, in gradi di conferire anche agli orologi da muro quello slancio di ottimismo e speranza che hanno permeato il decennio rock and roll per eccellenza!

    Gli orologi anni ‘50 nel design di George Nelson

    Una delle figure che hanno maggiormente contribuito al diffondersi di questa scuola di pensiero, realizzando oggetti unici che ancora oggi trovano spazio nei salotti di migliaia di americani, risponde senza dubbio al nome di George Nelson. Considerato il padre del cosiddetto “modernismo americano” e da sempre definito come un creatore di “cose belle e pratiche”, in seguito al suo lavoro nel campo della grafica e del design, soprattutto nel corso degli anni ‘50, i canoni estetici sono radicalmente cambiati.

    Il suo lascito comprende una mole incredibile di lavoro sulle sedie, sui divani e sulle lampade, ma è stato proprio nel campo degli orologi che George Nelson ha dato il meglio di sé: basti pensare che nel corso della sua carriera, il suo studio – il George Nelson Associates – ha sfornato la bellezza di 130 modelli di orologio… tutti splendidi e incredibilmente innovativi. Il più celebre rimane forse il suo Ball Clock, concepito nel 1949 e caratterizzato da una raggiera di sfere colorate: chiunque ne ha visto un esemplare almeno una volta nella vita!

    Le sue idee sul design degli orologi vertevano su una considerazione che, ad un secolo di distanza, ha ancora un senso ben preciso: a suo dire, infatti, erano poche le persone all’epoca che guardavano un orologio sul muro, perchè tutti ormai ne portavano sempre uno al polso. Ai giorni nostri possiamo dire la stessa identica cosa in riferimento agli smartphone, ma il ragionamento alla base rimane il medesimo: un orologio da muro, spogliato della sua utilità principale, deve abbellire l’ambiente ed essere un piacere da osservare.

    Quali orologi vintage comprare? I nostri consigli

    Nell’epoca degli smartphone, dunque, acquistare un orologio da muro potrebbe sembrare una scelta bizzarra ai più. Tuttavia, se l’oggetto è gradevole alla vista e richiama alla memoria il design tipico degli anni ‘50, averne uno sulla parete del soggiorno è un vero piacere: nelle prossime righe vi consigliamo due buone alternative economiche, che possono aiutarci a fare un tuffo nel passato e allo stesso tempo rendere vintage un angolo della nostra casa!

    Jones Clocks, orologio da parete “Ketchup”

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    La Jones Clock è un’azienda britannica esperta nel settore degli orologi da parete: nel suo catalogo sono presenti centinaia di modelli che spaziano dallo stile più essenziale e moderno a quello più vintage ed elegante. Ed è proprio a quest’ultima gamma che appartiene il “Ketchup”, un orologio da parete dallo stile squisitamente retrò, perfetto per abbellire il vostro salotto, il soggiorno o l’ufficio nel quale lavorate.

    Il principale materiale che lo compone, come da tradizione anni ‘50, è proprio la plastica… caratterizzata dal un rosso ciliegia tipico di quel periodo. La lente in vetro convesso è un altro notevole tocco di classe, che conferisce all’orologio un aspetto ancor più vintage. Il movimento al quarzo garantisce la precisione, mentre la silenziosità è assicurata (il ticchettio si percepisce soltanto nel silenzio più assoluto): davvero un buon articolo, perfetto per un regalo.

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    Orologio da parete Kitchen in stile anni ’50 con timer

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    Se la vostra cucina ha una parete particolarmente spoglia e desiderate abbellirla con un buon orologio vintage, avete trovato ciò che fa per voi: questo modello è perfetto non solo per via del suo design anni ‘50, ma anche – e soprattutto – per il suo timer integrato… un dettaglio che chiunque abbia dimestichezza con quel magico decennio saprà apprezzare, considerato che ogni buona nonna americana lo usa per cucinare le sue squisitissime torte!

    La sua rilassante tinta pastello, la buona lavorazione e i materiali di qualità sono solo dei graditi dettagli aggiuntivi, che rendono questo orologio una piccola chicca per tutti gli appassionati di stile retrò. E non lasciatevi ingannare dal peso esiguo: l’orologio è comunque molto resistente. Il meccanismo è inoltre preciso e silenzioso, assicuratevi solo di acquistare anche una batteria AA, considerato che non ne troverete una all’interno della confezione.

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    pop art gary grayson

    Cos’è la Pop Art: storia e protagonisti

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    Il 1950 è una decade che segna un cambiamento all’interno della storia dell’arte.

    Non solo per il passaggio del testimone (il centro artistico passa dall’Europa agli Stati Uniti) ma per la relazione
    che viene stretta tra il significato dell’opera, il messaggio che viene veicolato e il risultato estetico/visivo
    dell’opera.
    Il termine Pop Art intende la Popular Art come prodotto popolare, massificato, prodotto in serie. Non si
    intende popolare come “arretrato” o “regresso”.

    È vero che all’interno della Pop Art i soggetti sono perlopiù di origine popolare, oggetti del nostro quotidiano,
    ma con questo nuovo movimento l’artista non intendeva relegare “l’oggetto del popolo” in una categoria
    subalterna, inferiore o meno importante, anzi ne ricercava l’importanza, accentuandola, tantoché spesso e
    volentieri i soggetti delle opere di Pop Art posso risultare addirittura Kitsch (con il termine si intende infatti
    la produzione industriale di oggetti di cattivo gusto).
    Lo scopo della Pop Art è quindi quello di porre sotto una luce diversa oggetti della nostra vita, estraniarli dal
    loro usuale contesto per reinserirli in uno spazio nuovo dove possano essere apprezzati e rivalutati come
    oggetti.

    Potrà sembrane un obiettivo completamente sciocco, ma in una società dove sempre più dilagava il
    consumismo, il materialismo e il disinteresse per le arti tradizionali, l’artista – con la Pop Art – trova un nuovo
    modo per dialogare con lo spettatore, portando sotto i riflettori degli elementi della vita quotidiana che
    persino lo spettatore della più bassa classe sociale avrebbe potuto conoscere ed eventualmente riconoscere
    come opera d’arte.

    Artisti importanti della Pop Art

    Il più famoso esponente della Pop Art è sicuramente Andy Warhol (1928-1987) che esordì come vetrinista e
    grafico nel campo della moda e della pubblicità.
    Warhol punta al riconoscimento estetico dell’oggetto dell’opera, propone quindi soggetti comuni come la
    Coca-Cola, le pentole Brillo o i cereali Corn Flakes. Lo spettatore, elitario o popolare, non è tenuto ad
    impegnarsi per riconoscere un valore all’opera, deve solo ammirare la bellezza estetica che il prodotto mostra
    una volta estraniato dal suo contesto sociale di origine. Comincia quindi nel ’62 a proporre volti famosi come
    soggetto della sua arte, ricordiamo tutti i numerosi ritratti di Marylin Monroe ed Elvis Presley .
    Utilizza il metodo pubblicitario dove una stessa immagine viene ripetuta, ingigantita, resa più visibile da colori
    accessi e le caratteristiche principali del prodotto vengono sottolineate, come ad esempio i capelli e la bocca
    di Marylin Monroe, rendendola quasi una Madonna da ammirare.

    Oltre a Warhol sono stati molti gli artisti che hanno trovato voce all’interno della Pop Art.
    Sicuramente tutti conosciamo molto bene lo stile di Roy Lichtenstein (1923-1997), ad esempio con Eddie
    Diptycon (1962). Con la sua arte, Lichtenstein, vuole mettere a nudo gli inganni e i trucchi della grafica,
    evidenziandone allo stesso tempo le emozioni fredde che esse trasmettono. Il suo stile è ispirato a quello del
    fumetto di cui ne prende una vignetta e la decontestualizza. Come in questo caso (Eddie Diptycon) non
    sappiamo chi sia Eddie, quale sia il rapporto con le figure rappresentate e cosa stia suscitando le azioni di
    questa scena. A sinistra i pensieri dei personaggi, a destra i loro commenti, che rimangono piatti e privi di
    emozione ai nostri occhi. Così anche l’elemento grafico è ingigantito rivelando marcate linee e quei famosi
    puntini di cui è composto un disegno grafico, facendo vedere allo spettatore come tutto ciò che ora è
    commerciale sia rappresentato per un mero scopo visivo/estetico.
    Come ultimo esempio di Pop Art proponiamo Claes Oldenburg (1929-in vita) con The store, 107 East Second
    Street, New York (1961).

    The store è infatti un magazzino (come suggerisce la parola), dove l’artista espone i prodotti di una vicina
    drogheria in una maniera sudicia e repellente. In questa maniera Oldenburg vuole prendersi gioco delle
    gallerie d’arte dove le opere vengono esposte. Infatti le opere all’interno dello store sono prezzate e
    comprabili, tantoché non appena un oggetto viene venduto arriva subito il sostituto come avviene per altro
    in una galleria ma anche in uno store.

    Cinema e musica negli anni della Pop Art

    Gli anni della Pop Art sono anche gli anni degli Happening. Gli Happening sono situazioni artistiche
    completamente imprevedibile inserite all’interno di un contesto sociale “normale”. Si ispirano fortemente
    alle serate futuriste dei primi del ‘900, ma il loro obiettivo è quello di inglobare tutte le arti, da quelle
    figurative al cinema, alla danza, alla musica.
    Per questo motivo in molti degli happening e in molte opere potremo trovare citazioni ad altre arti o anzi ad
    altri artisti, anche in maniera molto diretta, e viceversa.

    Se ricordate bene esiste una band iconica dalla copertina altrettanto iconica, i Velvet Underground. Warhol
    dichiara – nel 1965 – di averli sentiti e di essersi ritrovato nella loro poetica artistica. O forse erano stati i
    Velvet Underground ad essere stati influenzati da Warhol?
    Per non citare il brano intitolato Andy Warhol di David Bowie. Bowie come musicista incarna sicuramente i
    valori mascherati della Pop Art, basti pensare a come soleva presentarsi al pubblico e sul palcoscenico.
    Fortemente caratterizzato da uno stile eccentrico, colori eccessivi e forme esasperate, lui ha rappresentato
    sicuramente la Pop Art in persona.

    Una bellissima citazione la troviamo anche nell’opera di Pino Pascali (1935-1968) intitolata Labbra rosse (della
    serie Pezzi di donna), dedicata alla famosissima jazzista Billie Holiday. Con Labbra rosse Pascali vuole
    evidenziare la sessualità che ci viene proposta dalla pubblicità e dal mondo, che però, così facendo, viene in
    qualche modo appiattita e tolta dell’eros che – ad esempio – due labbra rosse come quelle di Billie Holiday,
    potrebbero esprimere.

    Infine vorrei citare il famosissimo film di Stanley Kubrik, Arancia Meccanica (1971), il cui arredamento ricorda
    appositamente Table Sculpture (1969) di Allen Jones (1937-in vita). Per quanto possa sembrare scandalosa
    l’opera, dobbiamo ricordarci che gli anni ’60 rappresentano la nascita del movimento femminista, il cui artista
    supportava. Chiaramente con Table Sculpture, ma anche con Labbra Rosse, gli artisti della Pop Art
    intendevano evidenziare la mercificazione della donna, arrivata quasi all’apice durante gli anni ’60, grazie a
    tv commerciale e spot pubblicitari di “seconda mano”

     

    Cane Palloncino scultura Pop Art : 

    DIMENSIONI: H62 x 64 x 23 cm
    CARATTERISTICHE: La scultura rappresenta un valido elemento di arredo, in grado di aggiungere eleganza, modernità e uno stile esclusivo agli ambienti
    TECNICA: Il processo di realizzazione è totalmente artigianale
    VANTAGGI: Avrai l’opportunità di godere di un’opera esclusiva, creata a mano, con pregi e imperfezioni di un pezzo unico
    CERTIFICATO: La scultura viene fornita con certificato di realizzazione artigianale

    Scopri di più…

     

    Cactus – Scultura Pop Art

    DIMENSIONI: H61 x 50 x 20 cm
    CARATTERISTICHE: La scultura rappresenta un valido elemento di arredo, in grado di aggiungere eleganza, modernità e uno stile esclusivo agli ambienti
    TECNICA: Il processo di realizzazione è totalmente artigianale
    VANTAGGI: Avrai l’opportunità di godere di un’opera esclusiva, creata a mano, con pregi e imperfezioni di un pezzo unico
    CERTIFICATO: La scultura viene fornita con certificato di realizzazione artigianale

    Scopri di più…

    orologio vintage parete

    Orologio da parete vintage: la tua stanza con un tocco retrò

    1024 693 admin

    Il passato non è affatto morto, anzi non è nemmeno passato!“.

    E’ questa una delle frasi emblema del film di Woody Allen “Midnight in Paris”.
    E se ci pensiamo attentamente, è un po’ la spiegazione ad ogni nostra azione. Il passato, non è affatto un periodo di tempo iniziato e finito lì: il passato è il motore di tutte le cose, di quelle presenti e di quelle future. In fondo la vita non è altro che un cerchio, e così come Allen ci insegna nel suo film, tutto si ripete.

    Vivere nel presente pensando al passato è una cosa che ci è sempre piaciuta, è insita dentro di noi ed è una condizione imprescindibile dell’essere umano. Basti pensare alla moda, che ogni anno riprende outfit e stili abbandonati. O basti pensare all’arredamento, quell’elemento identificativo di ogni persona attraverso cui si vuol rendere l’atmosfera casalinga confortevole ed accogliente apportando il proprio tocco personale.
    Tra tutti gli stili di arredamento, regna immortale lo stile vintage, con tutto il suo corredo a tema. E tra tutti gli oggetti che rendono una casa old style, non potrebbe mancare un orologio da parete vintage.

     

    Potrebbe interessarti anche: come arredare la casa in stile anni ’50

     

    Che cos’è un orologio da parete vintage?

    Chiunque abbia deciso, quindi, di effettuare questo ritorno al passato e sia alla ricerca di accessori per decorare casa in stile retrò, non può non ricercare il perfetto orologio da parete vintage.
    Un orologio del genere è un must have e può rappresentare la soluzione giusta per arredare le stanze della propria casa, donandogli un effetto elegante e originale. Questo tipo di orologio, inoltre, si basa sulla versatilità, nel senso che può adattarsi a qualsiasi tipo di contesto: camera da letto, cucina, soggiorno, sala da pranzo, e addirittura bagno, o in ufficio. Ad ogni ambiente il proprio tocco di classe.

    Affinché si rispetti lo stile, per rendere una casa completamente a tema, ma anche per aggiungere qualche oggetto decorativo qua e là a lavoro, bisogna informarsi bene sulla vasta gamma di prodotti tra cui poter scegliere su Shop Vintage come per esempio un bel giradischi vintage per ascoltare i vostri vinili.
    Riporteremo, qui di seguito, un elenco degli orologi vintage da parete, sperando di accompagnarvi e aiutarvi nella scelta affinché possiate trovare l’orologio che fa per voi.

    Le varie tipologie di orologi da parete vintage

    Le tipologie sono davvero svariate, a partire dagli Anni ’20 fino agli Anni ’70, sono disponibili riproduzioni originali dell’autenticità di quei periodi.

    Primi anni del ‘900 – Anni ’40. Come per esempio gli orologi da parete vintage bifronte, quelli tipici delle stazioni londinesi in epoca vittoriana. Oggigiorno è sempre più facile trovare nelle case questi orologi vintage, realizzati in ferro battuto, inchiodati al muro lateralmente in modo tale da permettere una leggibilità bifrontale. Spesso si trovano in numeri romani.
    Più avanti negli anni, poi sono stati creati quegli orologi vintage composti da una struttura in mogano, sempre in numeri romani, che hanno dominato le case o le taverne inglesi dagli anni ’20, fino alla fine dei ’40.

    Anni ’50. Verso gli Anni ’50, lo stile variò di gran lunga. Le riproduzioni che abbiamo oggi rispecchiano degli orologi in metallo, spesso decorati da grafiche rappresentanti immagini o scritte tipiche delle tavole calde americane.

    Anni ’60. Gli orologi da parete vintage che riproducono lo stile degli Anni ’60, spesso e volentieri li si possono trovare con il marchio della Coca-Cola. Sempre ruotando attorno al marchio della bevanda più bevuta al mondo, si possono trovare svariati modelli, in diversi colori e decorazioni.

    Orologi a pendolo e a cucù. Questa è proprio una categoria a parte che non può rientrare in nessun’epoca specifica perché è considerata “intramontabile”. Stiamo parlando degli orologi a muro sia a pendolo che a cucù. Si tratta di orologi evergreen per tutti quelli che sono amanti dei ritorni al passato. Questi che, con un semplice pendolo che dondola, o con un piccolo uccellino che sbuca allo scoccare dell’ora, riescono a portarti indietro nel tempo.

     

    Come scegliere un orologio da parete vintage

    Com’è normale che sia, quello che ti servirà per scegliere un orologio da parete vintage sarà un insieme di cose. Stile, quadrante, materiali: sicuramente è una scelta molto personale ma, Shop Vintage ti accompagnerà nel suo mondo, aiutandoti a capire qual è l’orologio che ti piace di più.

    Caratteristiche. Una volta compreso il giusto stile retrò che si vuole apportare in casa o in ufficio, bisogna capire se si preferisce un quadrante tondo, rettangolare o quadrato. Sempre inerente al quadrante, sono i numeri: questi si possono trovare in numeri arabi o romani, talvolta, anche senza numeri.

    Per quanto riguarda i materiali, solitamente gli orologi da parete vintage, li si trova:

     

      • in plastica, spesso con una tinta di colori accesi, e preferibilmente da posizionare in cucina o in bagno, ma anche in ufficio;
      • in legno, con possibilità di trovarli in mogano o con delle decorazioni floreali stampate, da mettere nel salotto o nella sala da pranzo;
      • in ferro battuto, tipici degli orologi da stazione, che sono perfetti sia per cucine o salotti, sia come orologi da ambienti esterni.

     

    Dimensioni e lancette. Altri due piccoli particolari da non sottovalutare, affinché si possa fare la scelta giusta, sono le dimensioni e il movimento delle lancette.
    Forse non ci si pensa ma anche le dimensioni possono interferire sulle vostre scelte: un orologio più grande inciderà anche sull’estetica, sulla quale avrà di certo un impatto differente. Elementi così grandi sulle pareti spoglie, non possono che renderle più eleganti. E per gli amanti del vintage più accaniti, laddove poi, dovesse rimanere altro spazio, potrete decorare il vostro orologio attorniandolo di foto e quadri, sempre in stile retrò.

    Per quanto riguarda le lancette, oltre alla loro forma che può variare, esistono anche quelle con il movimento silenzioso al quarzo a secondi continui. Si tratta di lancette il cui movimento è impercettibile al passare dei secondi, a differenza degli orologi classici, il cui tempo scandito secondo per secondo, può anche dar fastidio.

     

    Acquistare o no un orologio da parete vintage

    Tornando a noi, siamo riusciti a fare un excursus approfondito su quelli che sono gli orologi da parete vintage, quante tipologie esistono e come funzionano.
    Quello che adesso si deve capire è la vostra esigenza. Consapevoli del fatto che, quello degli orologi old style sia un mondo così vasto da poter accontentare qualsiasi gusto o preferenza, bisogna definire le vostre necessità. Inserire un orologio vintage nel vostro corredo di arredamento potrebbe non essere cosa facile.

    In realtà non è così: acquistare un orologio da parete vintage non può che apportare il giusto tocco creativo, adattabile ad ogni ambience. Shop Vintage ci dà proprio la possibilità di farci fare, ogni tanto, quel tuffo indietro nel tempo per ricordarci che, come dice Allen, il passato non è morto ma anzi, non è neanche passato.

     

    Per avere anche tu l’orologio vintage da parete clicca qui